Intervenendo il 28 settembre a Terrasini a un corso di formazione promosso dalla Croce Rossa Italiana, ho sottolineato quanto il fenomeno migratorio in atto da anni nell'area del Mediterraneo sia poco compreso da chi si illude di arginarlo con pannicelli caldi come FRONTEX o Dublino III. Tra l'altro evidenziavo come:
"Sarebbe illusorio infatti pensare che il nuovo sistema possa
funzionare in tempi brevi. Ci vorrà
tempo e tanta buona volontà.
Quella buona volontà che, in verità, spesso difetta ai
Governi degli Stati europei, asserragliati all’interno della “fortezza Europa”
a difesa dei privilegi dei propri cittadini.
Sì, perché la selettività dell’approccio al problema
migratorio, selettività che lascia liberi gli Stati di decidere chi accettare e
chi no sul proprio territorio, non è una soluzione adeguata all’entità e alla
qualità del fenomeno migratorio in atto verso l’Europa, e specialmente nel
Mediterraneo.
Vero è che gli Stati sono liberi a termini del diritto
internazionale generale di ammettere e allontanare chi vogliono dal proprio
territorio, ma così ragionare significa non aver preso coscienza di quanto i
flussi migratori in atto significano.
E’ in atto infatti una vera e propria dislocazione in massa
di popolazioni dalla sponda Sud del Mediterraneo verso la sponda Nord, non
sempre legata a fatti emergenziali.
I differenziali di crescita demografica tra Nord e Sud del
Mediterraneo spiegano la “strutturalità” del fenomeno e al tempo stesso la sua
inarrestabilità. Già dagli anni novanta
questa consapevolezza era acquisita. Posso citare al riguardo la
raccomandazione 1148 (1991) della Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa
“Europe of 1992 and Migration Policies” o l’Atto Finale della III Conferenza
delle Regioni del Mediterraneo tenutasi a Taormina nel 1993.
Continuare invece a considerare il fenomeno migratorio
mediterraneo come legato a contingenti fatti emergenziali, o peggio indotto
dalla rete di delinquenti scafisti, significa ancora una volta mettere la testa
sotto la sabbia e non voler affrontare i problemi reali. E quel che è peggio
far pagare alla povera gente il prezzo di questa insipienza".